I Consigli Musicali Di Dicembre

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“Sally take my hand
We'll travel south cross land
Put out the fire
And don't look past my shoulder
The exodus is here
The happy ones are near
Let's get together, before we get much older”

The Who

Non potevamo aprire questi consigli musicali se non con loro. A tredici anni dall’ultimo disco di inediti e a cinquantacinque dal primo in assoluto, tornano Roger Daltrey e Pete Townshend. Signore e signori, i The Who.

The Who - Who

Nessuna nostalgia e nessun romanticismo. I The Who pubblicano il loro ultimo lavoro non per celebrare una band storica e irripetibile, la loro, ma perchè in cantiere c’è ancora tanta musica che vuole uscire ed esplodere dagli amplificatori. Sarebbe bastato un inedito come Break The News o una classicheggiante Rockin’ In Rage, e invece il duo Daltrey/ Townshend regala ai vecchi fan e ai nuovi uditori quattordici brani di puro rock. In attesa di possibili concerti, buon ascolto da una delle migliori live band di tutti i tempi.

Pearl Jam - 12 Days Of Pearl Jam

Se volete tingere il Natale 2019 di colori elettrici e ravvivarlo con una playlist veramente rock, i Pearl Jam hanno preparato una lista di canzoni che fa al caso vostro. Ogni giorno, per dodici giorni, la band di Eddie Vedder ha caricato in streaming un brano più o meno natalizio. Un calendario dell’avvento sonoro che vi accompagnerà fino alla mezzanotte del ventiquattro dicembre col grunge di Seattle.

Questi invece sono i dieci dischi del 2019 che vi consigliamo di recuperare o riascoltare.

Vi auguriamo un buon Natale in compagnia di ottima musica!

I Dieci Dischi Del 2019

Nick Cave & The Bad Sees – Ghosteen

Mai giudicare un’opera dalla copertina, perché quella di Ghosteen è piuttosto kitsch e variopinta. Il contenuto infatti è diametralmente opposto e Nick Cave dimostra di essere l’ultimo grande cantautore dell’oscurità, degno erede di Leonard Cohen. Su distese fluttuanti di sintetizzatori, l’australiano e gli inossidabili Bad Seeds rappresentano mondi lontani abitati da creature fantastiche e altri terreni, in cui gli uomini fanno i conti con i loro sentimenti.

Billie Eilish – When We All Fall Asleep, Where Do We Go?

Il successo che ha travolto la giovane cantautrice statunitense non ha a che fare solo con isterismi di massa adolescenziali e sold out a cascata. Billie Eilish è senza alcun dubbio l’icona del nuovo pop, quello che si aprirà con i ‘20 del duemila. Il talento c’è e lo dimostra la hit dell’anno Bad Guy, suonata praticamente ovunque, e un album che trasuda di elementi goth e urban pop in linea con l’immagine della Eilish. Non solo un fenomeno di marketing ma anche musicale.

Bon Iver – i,i

Continua l’esplorazione sonora di Justin Vernon, che prosegue il processo di trasformazione della sua creatura. i,i testimonia quanto di buono e bello fatto in 22 A Million, senza però continuare ad adagiarsi su stringhe folk, rendendo impalpabili e astratti questi quaranta minuti di ascolto. C’è chi insegue la moda e chi, invece, mira a riscrivere regole e linguaggi.

Kanye West – Jesus Is King

Avevamo cominciato a perdere le speranze quando mr. West aveva annunciato Yandhi intorno alla fine di settembre e, puntualmente, il disco non uscì. Poi ad ottobre inoltrato, anzi quasi finito, la “luce”: Jesus Is King viene rilasciato a sorpresa. Come molti colleghi, Bob Dylan può fungere da esempio, il rapper nato ad Atlanta confeziona un disco religioso dall’inizio alla fine, denso di gospel e collaborazioni importanti per celebrare la fede trovata.

Mac De Marco – Here Comes The Cowboy

Il nativo di Edmonton inaugura la propria etichetta discografica cantando di cowboy, ranch e bestiame. Con l’inconfondibile stile lo-fi che lo portò alla ribalta con Salad Days, Mac De Marco riesce ad essere interessante ogniqualvolta la sua musica supera le pareti dello studio di registrazione. Il cowboy è là fuori e vi aspetta al primo saloon utile.

Tyler The Creator – Igor

Il rapper losangelino opta per un concept album alla chiamata in studio numero sei. Per l’occasione sarà Igor, sfortunato elemento di un triangolo amoroso che lo porterà all’esclusione e osserverà afflitto la nuova coppia appena formatasi. Per molti un progetto riuscito, per altri un lavoro troppo ambizioso, Igor è un eclettico miscuglio di arrangiamenti R&B, beat massicci ed esperimenti vocalici che riescono a trasformare Tyler in un crooner consumato.

Lana Del Rey – Norman Fucking Rodwell

Quando un album di Lana Del Rey è in procinto di uscire, le aspettative sono sempre molto alte. E Norman Fucking Rodwell cancella ogni possibile dubbio di non riuscita, rivelandosi al primo ascolto il papabile disco dell’anno. La scrittura e la voce della diva del pop newyorkese sono ai massimi storici, come fu per Ultraviolence del 2014. Anche il comparto sonoro è perfetto, stratificato e modulato al dettaglio. Cambia soltanto il mezzo con cui ci si muove: niente più pick up e limousine, ma yacht e barche a vela.

Iggy Pop – Free

Sembra che anche per l’iguana il tempo passi e scorra come per noi comuni mortali. In Free Iggy Pop si spoglia del punk rabbioso e ribelle per approdare su spiagge desolate, cullato dal moto ondoso di trombe jazz e armonie a sei corde. Con tutta l’esperienza accumulata nei decenni e i dischi pubblicati, Free è forse il più personale dei lavori dell’ex Stooges.

Vinicio Capossela – Ballate Per Uomini E Bestie

Non c’è bisogno di dirvi che questo disco dell’irpino è stato insignito della targa Tenco per invogliarvi all’ascolto. Perdersi nel mondo degli uomini, delle creature e dei santi di Vinicio Capossela è un’esperienza d’obbligo. In forma di ballata, con pezzi che non scendono mai sotto i quattro minuti di durata, si materializzeranno lupi mannari e animali preistorici, villaggi pestilenziali e inferni, giraffe e testamenti.

Andrea Laszlo De Simone – Immensità

Dopo lo strepitoso e, per i tempi che corrono, inaspettato successo di Uomo Donna, Andrea Laszlo De Simone con Immensità continua a perseguire un ideale artistico solido e anticonvenzionale. Immensità riporta direttamente agli anni settanta per forma – una suite lunga venticinque minuti – e contenuto – ampie sezioni strumentali di natura orchestrale-. A ciò il cantautore torinese allega una serie di videoclip ricercati tanto quanto la sua musica.